Analizza e mette a confronto tre documenti, contenuti in un unico codice conservato nell'Archivio storico dell'Università di Perugia, relativi ai collegi perugini di doctores e di advocati del XV e XVI secolo, dando un quadro delle evoluzioni organizzative e professionali dei giuristi in città in quel periodo. I tre documenti, trascritti in appendice, sono: la prima matricola, aperta nel 1420 e proseguita fino al 1519, del Collegium doctorum iuris civili et doctorum iuris canonici et doctorum utriusque iuris civitatis Perusii; la sua prosecuzione, intitolata Tabula doctorum iuris utriusque Collegii civitatis Perusii (1514-1593); e l'inedita matricola del Collegium advocatorum (1511-1523). Dall'analisi è evidente come i due ceti dei dottori e degli avvocati si incontrassero e si sovrapponessero, non solo sul piano professionale e pratico, ma anche in quello relativo all'insegnamento allo Studium, tanto che dei 41 nomi della matricula advocatorum, ben 25 erano doctores advocati legentes. Sono ricordate anche le origini trecentesche del collegio dottorale, al quale Bartolo rese un proprio parere certamente prima del 1339, visto che in quel caso viene menzionato un altro docente perugino, ossia Raniero da Monte Vibiano, morto certamente nell'estate di quell'anno. E' citato Onofrio Bartolini, sia perché nel suo studio, il 29 dicembre 1407, fu redatto lo statuto del collegio, sia per aver approvato, il 13 gennaio 1411, assieme ad altri dodici dottori (Crispolto di Vagnoli, Agabito di ser Matteo, Francesco degli Ubaldi, Matteo di Feliciano, Sacco di Conte Saccucci, Luigi di Andrucciolo, Alessandro di Angelo, Barone di Gualfreduccio, Iacopo di Niccolò, Paolo di Bartolomeo, Sallustio Buonguglielmi, Benedetto di Paoluccio Barzi), un'aggiunta allo statuto riguardante per la prima volta la figura degli avvocati. L'articolo si chiude con un utile indice dei nomi, nel quale è possibile rintracciare i molti docenti dello Studio citati nelle matricole editate.