Illustre giurista perugino del Quattrocento, Baldo Bartolini nacque, secondo quanto dedotto dal
Vermiglioli dalla sua lapide tombale, da ser Cola nel maggio del 1409 (secondo altri invece nel 1414). Studente in entrambi i diritti nell'Università patria, avente fra i suoi maestri il celebre Angelo Perigli, Baldo risulta lettore, probabilmente ancora non laureato visto che non figura con la qualifica di doctor, nell'anno accademico 1438-1439 con lo stipendio di 20 fiorini. Una sua eventuale lettura precedente a questa nello Studio perugino, come si potrebbe ipotizzare da quanto sostenuto dallo stesso giurista in alcuni suoi scritti del 1474 e 1475nei quali affermava d'insegnare da 38 anni, non è confermata dai registri dei 'Conservatori della moneta', ma non si può escludere che avesse fornito alcune lezioni gratuite mentre era ancora studente considerando, tra l'altro, che un altro giurista perugino che si laureò nel 1435, Filippo Franchi, lo ricorda fra i suoi maestri. Era certamente addottorato in utroque iure, invece, nel 1443-1444, quando figura tra gli 11 docenti di diritto canonico dello Studium Perusinum, dove risulta ancora nell'anno di studi 1450-1451 con il salario aumentato a 83 fiorini d'oro, che lievitano a 110 per la lettura straordinaria di diritto civile di sera del 1461-1462. Non mancano altre sue notizie per quest'ultimo decennio, come il giuramento effettuato il 14 maggio 1451, assieme ad altri 22 dottori e 10 procuratori, con il quale si impegnava a non sottrarre le cause civili ai loro giudici naturali, o come la condotta nell'Ateneo per l'anno 1454-1455 per un compenso di 85 fiorini. Dopo aver effettuato delicate missioni per conto dei Baglioni, nel 1461 Baldo occupò l'Ufficio di consultore dei 'Conservatori della moneta e del tesoriere' e nel febbraio 1464, ormai avvocato concistoriale, fu nominato avvocato fiscale della Camera Apostolica di Perugia. Amministratore del Monte dei Poveri della città, insieme a Pietro Baldeschi e a Pier Filippo della Cornia, nel 1473-1474 insegna all'Università di Pisa con Alberto Belli e lo stesso della Cornia, percependo 1050 fiorini per la lettura di diritto civile di sera. Qui entrò in contrasto con Bartolomeo Socino, altro docente dello Studio di Pisa. La diatriba, risolta grazie alla mediazione dell'Arcivescovo della città toscana Filippo de' Medici, è testimoniata da una nutrita serie di lettere che il Bartolini inviò agli ufficiali dell'Ateneo pisano e a Lorenzo il 'Magnifico'. L'aumentata autorità gli permise di essere nominato per importanti incarichi in patria. Nel 1482, mentre leggeva allo Studio come ricorda l'allievo Sigismondo Tizio, è fra i 6 dottori e i 5 "gentiluomini" che furono chiamati a pacificare gli animi tra gli Oddi e i Baglioni, mentre l'anno successivo fu tra i 6 "gentiluomini" per porta che dovevano provvedere a migliorare l'ordine pubblico di Perugia. Risulta promotore dell'esimio Astolfo di Angelo Rinalducci nella sua laurea in diritto civile del 18 settembre 1470 (
Alberti 2014, p. 146).
Proprietario di un ricco patrimonio immobiliare in città e nel contado, nel 1488 usufruì dei frutti delle terre del Chiugi concessegli dalla Santa Sede. Ritenuto tra i "primi e più valenti omeni de Italia in legge", il Bartolini morì il 23 settembre 1490 dopo pochi giorni di malattia. Come ricordano le cronache dell'epoca "gli furono fatti grandi onori" dagli stessi colleghi e studenti e fu seppellito nella chiesa di Santa Maria dei Servi, dove i figli fecero innalzare un monumento sepolcrale con un suo ritratto ed epitaffio oggi scomparso, ma conservato in trascrizioni fra loro non concordanti. Lascia ai posteri una buona mole di scritti tra i quali il trattato "De dotibus et dotatis mulieribus et earum iuribus et privilegiis", per non citare le diverse Repetitiones, commentaria e lecturae, molte delle quali già edite nel XV secolo. Pochi, invece, i consilia pubblicati nonostante la sua produzione fosse molto ricercata. figura nella Matricola Collegii doctorum iuris civili et doctorum iuris canonici et doctorum utriusque iuris civitatis Perusii (1420-1519) e nella Tabula doctorum iuris utriusque collegii civitatis Perusii (1514-1593) (
Treggiari 2015). Notizie in (
Ermini 1971): lettore civilista (pp. 270, n. 121; 511; 516).