Figlio del perugino Conte, docente nel trecentesco Studium Perusinum, Sacco Saccucci seguì le orme del padre e, come risulta dai registri dei 'Conservatori della Moneta', figura leggere l'Inforziato nell'Ateneo patrio già nell'anno accademico 1395-1396 (
Zucchini 2008). Successivamente, oltre a continuare il suo insegnamento perugino almeno fino al 1430-1431 (
Sini-Zucchini 2014, pp. 126-129), partecipò alla vita pubblica della città. Più volte giudice del Comune, nel 1396 fu consultor directorum, nel 1402 fu eletto fra i cittadini super unione civitatis Perusii e partecipò a tutte le più importanti ambascerie dell'epoca tra il 1400 e il 1416 (Zucchini 2013), a testimonianza della commistione, tipica del periodo, tra attività accademica e quella politica (
Bellini 2008). Della sua vivace professione legale rimane traccia in un codice miscellaneo di consilia et allegationes dei giuristi dei secoli XIV e XV, conservato nella Biblioteca Classense di Ravenna (Zucchini 2013). Tramite lungimiranti operazioni finanziarie (
Regni, 1988), consolidò il suo patrimonio economico, già ingente, costituito dal padre e che poi fu ereditato e diviso fra i suoi 4 figli, tra i quali figura Conte, anch'egli giurista nello Studio cittadino (Zucchini 2013). Figura nella Matricola Collegii doctorum iuris civili et doctorum iuris canonici et doctorum utriusque iuris civitatis Perusii (1420-1519) (
Treggiari 2015). Notizie in
Ermini (1971) p. 504.