Discendente di una delle nobili famiglie perugine, Pier Filippo della Cornia fu uno dei giuristi più importanti del quattrocentesco Studium Perusinum. Oltre alla ricostruzione della sua biografia, un certo spazio è dedicato alla sua operosità letteraria ed editoriale. Nato attorno al 1420 da Berardo di Corniolo e da Felice di Onofrio Bartolini, si laureò in utroque iure avendo come promotori Giovanni Montesperelli, Angelo Perigli, Ivo Coppoli e Pietro II Baldeschi per il civile, e Benedetto Capra e Baldo Bartolini per il canonico. E' certamente lettore nello Studio patrio nel 1447 e nel 1450-1451, per poi trasferirsi a Ferrara nel 1469 e a Pisa nel 1473, dove avrà come suo collega Baldo Bartolini. Più volte avvocato del Comune, il suo parere era ritenuto sicuramente importante vista la grande produzione di consilia che, dopo la sua morte, furono oggetto di una consistente edizione curata dai suoi figli e da una premessa biografica scritta da Francesco Maturanzio nella quale, l'umanista perugino, sottolinea il sapiente ricorso del Della Cornia ai classici e ai testi sacri. Sposò la figlia di Giovanni Montesperelli da cui ebbe sei figli, dei quali sono citati i tre maschi Pietro Paolo, Giulio Cesare e Camillo. Viene evidenziato che Tommaso Diplovataccio afferma di averne ascoltato le lezioni nel 1489, ma di certo fu stipendiato nei due anni che precedettero la morte. Sfruttando la recente introduzione della tipografia a Perugia, curò egli stesso l'edizione di molti suoi testi, in particolare è ricordata la collaborazione con Giovanni Vydenast, bidello dell'Università e stampatore a Perugia. Assieme a lui nel 1477 edita la sua lettura del sesto libro del Codice. Morì a 73 anni e il suo ritratto figura accanto ai più grandi giuristi perugini del Trecento a palazzo Pontano.