Tra le fonti principali per uno studio esauriente e complessivo sull'Università di Pisa l'opera, scritta a più mani, è divisa in diverse parti. Nel primo volume, in due tomi, si esamina la fondazione dello Studio generale fino alla scomparsa della dinastia medicea. Tra i diversi professori che tra il XIV ed il XV secolo diedero lustro e fama al neonato Ateneo toscano, molti provenivano da quello perugino che non a caso viene definito come uno fra i più "saccheggiati". In particolare sono citate le condotte di Bartolo del 1339, Francesco Tigrini da Vicopisano, Baldo degli Ubaldi nel 1356-1357 e quelle di Benedetto Barzi da Piombino, Baldo Bartolini, Pierfilippo Della Corgna e Nicolò Tignosi da Foligno, tutti professori allo Studium Perusinum. Infine, viene ricordato anche l'insegnamento tra il 1501 e il 1505 di Luca Pacioli, quando però lo Studio pisano era a Firenze e l'insegnamento della matematica era una "presenza piuttosto aleatoria". (cfr. "Quaderni per la storia dell'Università di Padova", 28 (1995, ma 1996), pp. 197-207; "Annali di storia delle Università Italiane", 1 (1997), pp. 223-229).