Offre una interessante panoramica del mondo universitario italiano del XIV e XV secolo, evidenziando gli sviluppi, le evoluzioni, ma anche i momenti di crisi, degli Atenei più importanti (ma non solo) della Penisola. Per quanto riguarda gli accenni fatti sullo Studium Perusinum, una certa attenzione viene posta sulla capacità di attirare celebri maestri e studenti (anche stranieri) nei primi decenni del Trecento, approfittando della crisi conosciuta da Bologna, e dopo che l'imperatore Carlo IV nel 1355 ne rafforzò il prestigio con il proprio riconoscimento. Un documento quello emanato dall'imperatore che, grazie all'attiva partecipazione di Bartolo da Sassoferrato (illustre giurista e dottore dell'Università umbra), divenne un prototipo per altri documenti simili. Nel corso del saggio sono citati molti professori che insegnarono a Perugia, dei quali, seppur in maniera sommaria, l'a. fornisce alcune informazioni sulla rispettiva peregrinatio accademica. Sono nominati, oltre ai più famosi dottori del periodo, Paolo Liazari, Federico Petrucci, Pietro Corsini, Francesco Casini, Benedetto de Barzi, Ugo Benzi, Alessandro Sermoneta, Filippo Franchi, Baldo Bartolini, Niccolò Tignosi e Pier Filippo Della Cornea. Si fa riferimento alla crisi che l'Università perugina conobbe alla metà del XV secolo.