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Diplovatazio (Diplovataccio), Tommaso, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 40 (1991), pp. 249-254., di Aldo Mazzacane (1991)

Biobliografia dell'umanista di origine greca Tommaso Diplovatazio. Dopo aver sottolineato che nacque a Corfù il 25 marzo 1468 da Giorgio e Maria Lascaris e aver illustrato le vicende familiari che lo portarono a ricevere una prima formazione a Napoli dal grammatico Carlo Sorrentino, ne ricostruisce il percorso educativo incentrato sugli studi del diritto. In tal senso, risulta studente a Salerno, di nuovo a Napoli e dal 1485 al 1488 nello Studio di Padova dove, non ancora laureato, tenne un apprezzato corso sulle Istituzioni. Nel 1489, prima di accettare l'incarico di vicario delle appellazioni fattogli dalla corte sforzesca di Pesaro, frequentò lo Studium Perusinum, ascoltando le lezioni di Pietro II degli Ubaldi, Baldo Bartolini e Pier Filippo della Cornia. Del periodo perugino sono ricordate sue pubbliche disputationes e repetitiones. Stabilitosi a Pesaro e ottenuto il dottorato a Ferrara il 13 agosto 1490, affiancò alla sua attività di magistrato, quella di consulente, ma soprattutto divenne una figura politica e intellettuale di rilievo della corte del duca. Quest'ultimo, nel 1493, gli diede l'impulso di occuparsi della dignitas dei dottori, che egli concretizzò, grazie alla sua preziosa biblioteca, con l'opera che lo rese celebre, ossia il Tractatus de praestantia doctorum. In particolare, con il nono dei dodici libri del trattato, intitolato De claris iuris consultis, fornì brevi profili dei giureconsulti della storia,rappresentando un documento importante per gli "nizi dell'umanesimo giuridico, per la ricchezza di informazioni erudite e le preoccupazioni di ordine filologico dispiegate nell'esaminare le fonti". Politico prudente e accorto calcolatore, rimase sempre protagonista nelle alterne fortune che visse il Ducato, dove restò fino al 1517. Trasferitosi a Venezia, città in cui poteva contare su una fitta rete parentale, si relazionò con la sviluppata editoria locale, curando con attenzione diverse sue raccolte di manoscritti precedentemente acquisiti e che arricchivano la sua biblioteca. Tra questi si ricordano scritti o consigli di Bartolo, Baldo e Tindaro Alfani. Tornato a Pesaro nel 1530, trascorse i suoi ultimi anni di vita svolgendo diversi incarichi di prestigio, preoccupandosi di gestire il suo ingente patrimonio e cercando di conservare al meglio l'imponente libreria, alla quale dedicò un importante spazio nel suo testamento redatto il 20 aprile 1538. Morì nella città marchigiana il 29 maggio 1541 e fu sepolto nella cappella di s. Nicola in s. Agostino.

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Baldus ser Cole de Bartholinis de Perusio, porte Eburnee
  2. Bartolus de Saxoferrato
  3. Perphilippus Berardi de nobilibus de Cornio civis Perusinus, porte Sancte Subxanne
  4. Petrus Mathei domini Petri de Ubaldis de Perusio, porte Sancti Petri
  5. Thomas Diplovatatius de Corfù
  6. Tindarus Alfani Francisci de Perusio, porte Sancte Subxanne
  7. Ubaldus magistri Francisci de Perusio