Nato a Siena tra il 1340 e il 1349 da Bartolomeo Casini, Francesco fu archiatra di diversi pontefici e seppur solo in via epistolare fu in contatto con famosi letterati dell'epoca come Coluccio Salutati e Francesco Petrarca. In particolare quest'ultimo gli chiarì il suo atteggiamento verso la medicina mentre Francesco rese omaggio al suo 'De vita solitaria'. Cominciata la carriera accademica come professore di logica e filosofia nello Studio di Firenze dal 1363 al 1366, il Casini ritornò a Siena dove insegnò certamente fino al 1369. In seguito, per i buoni servizi offerti presso la corte papale avignonese, il senese fu nominato il 25 novembre 1374 all'insegnamento ordinario di medicina allo Studium Perusinum da papa Gregorio XI. Sarebbe dovuto salire alla cattedra il giorno di s. Luca dell'anno dopo, ossia il 3 ottobre 1375, ma probabilmente a causa degli eventi politici che portarono alla ribellione di Perugia il 7 dicembre successivo, Francesco rinunciò alla cattedra offertagli (
Uginet, 1978), che tenne invece, probabilmente, dal 1386 al 1388, visto che in questo periodo risulta essere inviato come ambasciatore dai Priori perugini, presso Rainaldus de Ursinis comes de Talghacozi (
Maiarelli-Merli, 2010), e che sempre in quel periodo fu mandato un suo studente a Siena come messaggero. Rientrato nella città natale, oltre ad ottenere una condotta dallo Studio patrio per l'anno accademico 1389-1390, per la stima raggiunta presso i suoi concittadini si vide affidati diversi incarichi pubblici. Il 17 novembre 1389 fu eletto fra i quattro ambasciatori del Comune di Siena che furono inviati al neoeletto papa Bonifacio IX; mentre tra il 1 maggio e il 30 giugno dell'anno successivo fu Priore del Comune riuscendo, tra le altre cose, a condurre nello Studio il maestro Boldrino da Panicale. Nel febbraio 1392, inoltre, fu nominato fra gli ambasciatori senesi che, assieme al legato pontificio, avevano il compito di trattare la pace con i Bretoni. Lasciata nuovamente Siena, il 18 maggio 1400, mentre si trovava a Pesaro al servizio di Sigismondo Malatesta, il Casini fu invitato da Perugia, per tre anni e con un sostanzioso salario, all'insegnamento nel proprio Ateneo e alla pratica della medicina nella città. Un'offerta che il senese, quasi certamente, accettò visto che nei successivi tre anni non si hanno più notizie e riappare solo nel 1404. Tornato a Siena trascorse gli ultimi anni di vita tra l'insegnamento di medicina nell'Università cittadina (si registrano condotte per gli anni 1408, 1409, 1412 e 1414), e lo svolgimento di alcuni incarichi per il Comune. Proprio la notizia di una missione di cui fu incaricato il 4 maggio 1416 rappresenta l'ultima traccia che si conosca del maestro senese, tanto da presupporre la sua morte da lì a poco. lasciò due figli, ormai adulti, Antonio (nominato vescovo di Massa Marittima nel 1425) e Pietra (rimasta vedova nel 1414), oltre ad una serie di opere tra le quali si ricordano i trattati 'De venenis' e 'De balneis', nonchè un consilium contro il morbo della peste.
Ermini (1971): distingue due Francesco Casini. Entrambi sarebbero medici senesi della fine del XIV e inizio XV secolo, ma non sarebbero la stessa persona. Egli sostiene che il Casini lettore a Perugia tra il 1400 e il 1403 era probabilmente figlio di un altro medico docente allo Studio perugino, cioè Marco da Siena. L'ipotesi, tuttavia, risulta improbabile.
Schwarz (2013), evidenzia che papa Gregorio XI lo destinò per l'anno accademico 1374-1375 ad beneplacitum allo Studium (p. 52, nota 94). Per le notizie senesi:
Minnucci (1989), scheda biobibliografica a p. 251. Altre notizie a pp. 129, 153-154, 169-170, 179-180, 180, 210 e 211. Risulta promotore nello Studio patrio il 22 dicembre 1412 (p. 49).
Nicoud (2014), ricorda che invia il suo trattato sui veleni a Gian Galeazzo Visconti in occasione della conquista di Pisa nel 1399 (p. 186, n. 188). Opere a p. 227, n. 374.