Dedicato alla storia dell'Università di Roma dal 1300 al 1471, questo monumentale lavoro presenta numerosi riferimenti allo Studium Perusinum. In particolare, nella prima parte del testo, l'Ateneo umbro viene confrontato con quello romano sotto il punto di vista della struttura e del funzionamento istituzionale, fornendo un giudizio di superiorità dello Studio perugino rispetto allo Studium Urbis, nel periodo preso in esame. Non mancano, specie nella seconda parte del volume composta da un gran numero di schede biografiche divise in diverse liste, notizie su personaggi che hanno frequentato l'Università di Perugia. Attraverso l'analisi di documenti della curia romana, come il registro delle Suppliche, si nota l'interessante caso di uno studente toscano che, pur avendo giurato di prendere la licenza e la promozione a Perugia, non si laureò in terra umbra. Si tratta di Nicola da Prato che il 5 ottobre 1440 invia una supplica al papa, affinchè lo facesse esaminare a Roma, forse anche a causa del costo della laurea. Nel medesimo documento si ricava come la somma necessaria per una laurea ordinaria a Perugia fosse di 80 ducati, più onerosa di una laurea straordinaria conseguita presso la Curia. Altro nome ricavato da un documento prettamente "romano", è quello di Antonio Venier che studiò a Perugia come si desume dalle dichiarazioni riguardanti il corso di studio contenute nel documento di promozione o rilasciate al momento di assunzione di un ufficio. Il 15 ottobre 1457, il Venier ottenne una promozione motu proprio a doctor legum, forse come presupposto necessario alla sua nomina a segretario. Tra gli altri personaggi "perugini", figurano Baldo, Angelo, Pietro e Nicola degli Ubaldi, oltre a Francesco di Bartolomeo Casini, Simone da Brossano, Antonio Roselli e Ibo Coppoli, tutti insegnanti nell'Ateneo umbro. (cfr.: "Quaderni per la storia dell'Università di Padova", 47 (2014, ma 2015), p. 325; “Annali di storia delle Università Italiane”, 19 (2015), fasc. 1, pp. 179-181).