Con la morte di Gian Galeazzo Visconti nel 1402, veniva meno anche il suo tentativo di riunire l'Italia in un grande regno. Tra le varie vicende narrate di quel periodo, viene ricordato che a Siena, la morte di papa Innocenzo VII giunse in ritardo e per via indiretta. A tal riguardo i governatori della Repubblica accusarono Francesco Casini, lettore all'Università di Siena e Perugia, e archiatra del pontefice. Il Casini riceveva dai senesi uno stipendio annuo come "protettore e sollecitatore dei loro affari", e come informatore di quanto accadeva alla corte papale (pp. 32-33).