Nell'esaltare il ruolo di Siena nella formazione e diffusione dell'manesimo nel XV secolo, ricorda l'importanza dei buoni rapporti con il mondo curiale romano dell'epoca, per la valorizzazione dello Studio senese. Come esempio di tali rapporti, cita la delegazione che nel 1408 raggiunse Gregorio XII al concilio di Pisa, e di cui facevano parte gli illustri medici Ugo Bensi e Francesco Casini (pp. 237-238), il primo di dubbia docenza perugina, mentre il secondo lettore anche a Perugia. Tra i docenti dell'Ateneo senese che ebbero un ruolo anche a Roma, inoltre, sono annoverati Niccolò Tignosi da Foligno, detto clarus physicus (p. 240), Antonio Roselli, Ludovico Pontano e Giovanni Battista Caccialupi, i primi due docenti e gli altri studenti nell'Ateneo umbro (247-248). Tra i maestri di diritto che figurano passati a Siena, sono citati i perugini Dionigi Barigiani e Sallustio Buonguglielmi, dottori nel patrio Ateneo (pp. 248, 252).