Tra i medici più illustri della seconda metà del Trecento, Giovanni di Niccolò fù docente a Perugia nel biennio 1364-1366 e nel triennio 1380-1383, come figura nei registri dei "Conservatori della Moneta" (
Zucchini 2008). La sua fama è testimoniata anche dall'ingente salario percepito che fù di 250 fiorini nella prima condotta e aumentato a 340 nella seconda, quando fù richiamato dai Savi dello Studio perugino per ridare lustro alla facoltà locale di medicina (
Zucchini 2013). Insegnò, certamente, anche nel patrio Ateneo visto che risulta la sua lettura padovana della Tegni di Galeno nell'anno accademico 1376-1377 e figura anche come promotore nella laurea di Cermisone Antonio da Parma nel 1387 (Pesenti
1984, pp. 72-73). Al servizio di Luigi Gonzaga dal 1370 al 1385 (
Nicoud 2014, p. 27 n. 51), è probabile un suo rapporto amichevole con il Petrarca, visto che in una lettera del 10 dicembre 1365 inviata al Boccaccio, il poeta aretino nomina gli amici medici che ancora gli rimangono
, tra i quali due a Padova. Si presume che uno dei due sia Giovanni Santasofia, in quanto indizi derivanti dalle recollectiones del suo corso padovano di lezione sulla Tegni, ne fanno ipotizzare il legame (Pesenti
2006). Le recolectiones mostrano, inoltre, la conoscenza di Giovanni dell'opera di Niccolò da Reggio, medico personale di Roberto d'Angiò e importante traduttore dei classici greci di corte (Pesenti
2006). In
Ermini (1971): pp. 73, n. 88; 187.