Attraverso lo studio della serie dei Consigli e Riformanze, ossia dei verbali del Consiglio dei Priori delle Arti di Perugia (uno degli organi che si occupò dall'inizio del Trecento dell'amministrazione del Comune), indaga e ricostruisce i rapporti intercorsi fra la città e lo Studium Perusinum nel corso del XV secolo. Nello specifico dall'analisi dei documenti, conservati presso l'Archivio di Stato di Perugia, focalizza la propria ricerca individuando: gli aspetti che coinvolsero i consigli cittadini nel funzionamento dell'Ateneo (soprattutto l'assegnazione delle cattedre e il loro finanziamento, nonché "i rapporti di potere tra amministrazione cittadina e dottori e tra questi e gli studenti"); e "le varie forme di partecipazione alla vita della città dei dottori (specie di diritto) dello Studio perugino, nonostante il divieto, previsto dagli statuti, di svolgere altre attività al di là di quella didattica. In particolare la commistione tra attività dottorale e quella politica risulta evidente nelle nomine di illustri lettori giuristi in magistrature cittadine straordinarie o in ambascerie, come Angelo degli Ubaldi, Sacco di Conte, Benedetto Barzi, Ruggero dei Conti Antognolla, Francesco Mansueti, Dionisio Baregiani, Sallustio Sallusti e Onofrio Bartolini, mentre il binomio docenza-professione è presente pure in medici come Angelo Domenichelli, Leonardo Lippi e Antonio da Scarperia. Un accenno viene fatto anche alle poche delibere che prendono in esame questioni studentesche o singoli studenti, come quella riguardante Giacomo Tancii.