Nato a Loreto nel 1556 Traiano Boccalini celebre letterato e storico marchigiano, studiò e si laureò a Perugia. A causa delle condizioni economiche della famiglia, nonostante la predisposizione umanistica, fu costretto a seguire la carriera giuridica. Il 12 novembre 1578 si iscrisse pertanto alla facoltà dei legisti dello Studio di Perugia, dove ebbe maestri insigni come Rinaldo Ridolfi, Marc'Antonio Eugenii e Giovan Paolo Lancellotti. In terra umbra si legò con l'abate Ottavio Acquaviva dei duchi d'Atri, anch’egli studente allo Studium e conobbe il poeta perugino Cesare Caporali, i cui scritti gli fornirono i primi spunti per le sue future allegorie parnassiche. Si laureò a Perugia nel 1582 e non a Padova, come viene erroneamente riportato dal
Firpo (1969). Trasferito nella casa paterna di via del Corso a Roma, dove crebbei figli concepiti con la moglie Ersilia Ghislieri, pronipote di Pio V, proprio con la dote di quest’ultima acquistò un ufficio di Curia, quello di scrittore dei brevi apostolici minoris gratiae. In tale ufficio, il 10 aprile 1586, si associava un suo conterraneo, quell’Alessandro Antici di Recanati, quasi certamente conosciuto durante gli studi perugini, visto che il recanatese risulta immatricolato a Perugia nel novembre del 1578 (
Marconi, 2009). Dopo essere stato segretario in casa Spinola a Genova (1590), le sue fortune economiche aumentarono con la salita al soglio pontificio di Clemente VIII. Nel 1592, così, fu nominato governatore a Trevi, due anni dopo a Tolentino, successivamente a Brisighella e nel 1598, in una città di maggior prestigio come Benevento. Queste esperienze e le successive lo amareggiarono convincendolo sempre più della corruzione e degli abusi esistenti nella società pontificia. Sconfortato Trovò consolazione solo nella letteratura. Dopo l’interesse per Tacito, è con i Ragguagli di Parnaso che giunge ad una sua matura soddisfazione. Dopo varie vicissitudini, delusioni, processi subiti, arrivò alla conclusione che l’opera non poteva trovare stampa in terra pontificia e decise di recarsi a Venezia. l'11 luglio i riformatori dello Studio di Padova notificavano ai capi del Consiglio dei Dieci che nella prima centuria dei Ragguagli non v'era cosa degna di censura e dopo aver sottoscritto la dedica al cardinal Borghese, nel settembre di quell’anno i Ragguagli furono editi grazie ai torchi di Pietro Farri. L’anno dopo venne pubblicata anche la seconda centuria dedicata al cardinal Bonifacio Caetani, ma nel novembre di quello stesso anno, moriva per un tumore al fegato nella sua casa di Venezia.