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Barzi, Benedetto, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 7 (1970), pp. 20-25., di (1970)

Seppur datata rispetto alle notizie biografiche ricostruite dall’ultima pubblicistica, viene fornita una dettagliata scheda biobibliografica del giurista perugino Benedetto di Paoluccio di Ceccolo Barzi. Primo genito di otto fratelli, nacque, probabilmente a Perugia negli ultimi due decenni del XIV secolo, visto che il primo documento a lui risalente è del 1411, quando i Priori perugini lo inviarono presso Ladislao Durazzo, re di Napoli. Come il padre (del quale vengono riportati gli incarichi principali), Benedetto, oltre che più volte lettore di civile nel patrio Ateneo, rivestì importanti incarichi politici sia prima della conquista di Perugia da parte del Fortebracci (1416), quando fu nominato gonfaloniere (1413) e poi giudice tutelare (1415), sia durante la signoria braccesca. In questo periodo divenne uno dei più fidati collaboratori di Braccio che lo inviò a Todi, dove divenne capitano del popolo (1418, 1419 e 1421) e successivamente a Camerino (settembre 1421), affinchè ricevesse, assieme ad un ristretto numero di gentiluomini perugini, Niccolina Varano, promessa sposa del condottiero e signore perugino. Dopo la morte di Braccio e il ritorno di Perugia sotto il dominio di Roma (1424), Benedetto fu bandito dalla città e fu costretto a riparare a Siena. Qui insegnò nella locale Università (1430), conobbe l’imperatore Sigismondo II che lo nominò consigliere aulico e continuò a mantenere i contatti con quelle personalità perugine a lui politicamente vicine come Giovanni Montesperelli e Ruggero d’Antignolla, fondamentali per la sua liberazione quando, tornato in città, venne fatto arrestare dai magistrati perugini (agosto 1431). A Siena riprese l’insegnamento allo Studio dove restò fino al 1439, con un lauto salario. Dopo essersi trasferitosi a Firenze, nel 1444 si trova a Ferrara, dove certamente insegnò civile almeno fino al 1447, quando compose una delle sue opere più celebri, il trattato sulle guarentige che, tra le varie edizioni ricordate, figura essere pubblicato a Venezia nel 1625 assieme ad un trattato di Antonio Massa, studente nel XVI secolo a Perugia. Successivamente strinse forti rapporti con il Duca di Urbino che gli concesse possedimenti nell’eugubino e lo nominò conte palatino nel 1458. L’anno successivo, dopo aver nuovamente insegnato a Ferrara per vari anni e aver scritto il ‘Tractatus de filiis non legitime natis’ (1456), morì lasciando numerosi consilia, conservati soprattutto a Perugia e a Lucca. Viene ricordato per essere uno dei più profondi conoscitori del pensiero dei commentatori, tra i quali molti giuristi che avevano letto nel trecentesco Studio perugino, come Bartolo, Baldo, Cino da Pistoia, il Butrigario e Antonio da Budrio.

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Antonius de Butrio
  2. Antonius Massa de Gallesio
  3. Bartolus de Saxoferrato
  4. Benedictus Paulutii de Barsis de Perusio, porte Solis
  5. Cinus de Sinibuldis de Pistoia
  6. Iacobus de Buctiglaribus de Bononia
  7. Iohannes Petrutii de nobilibus de Montesperello de Perusio, porte Solis
  8. Rogerius de Antignolla de Perusio, porte Sancte Subxanne
  9. Ubaldus magistri Francisci de Perusio