Particolareggiata ed esaustiva biografia di una delle glorie del trecentesco Studium Perusinum: Angelo degli Ubaldi. Nato a Perugia tra il 1327 e il 1328, appartiene alla famiglia Baldeschi, che tanti giuristi fornì all'Ateneo perugino. A differenza degli illustri fratelli Pietro e Baldo, non sempre avrà buoni rapporti con la propria città. Protagonista durante i governi popolari conosciuti da Perugia nella seconda metà del XIV secolo, con il ritorno del predominio nobiliare verrà bandito dalla città per cinque anni a partire dal 1384, iniziando una peregrinatio che lo porterà ad insegnare, certamente a Padova, Firenze e Bologna, ma sono ipotizzate anche sue presenze all'Università di Ferrara e Roma. Assieme al fratello Baldo si era formato nello Studio patrio avvalendosi delle lezioni di Bartolo, Francesco Tigrini, Giovanni Pagliaresi e Federico Petrucci da Siena, laureandosi, come afferma lo stesso Angelo, a 24 anni. Certa è la sua lettura perugina del Volume dal 1364 al 1369, anche se per molto tempo la storiografia ha fatto risalire la sua prima condotta al 1351. A causa delle precarie condizioni finanziarie conosciute dallo Studio e dall'interdetto papale che influì sul suo funzionamento, non si conoscono sue letture negli anni 70 del Trecento e ricompare ad insegnare l'Inforziato nel 1382-1383, ossia poco prima del suo esilio. Tornato in città con l'affermarsi della signoria di Biordo Michelotti nel 1393, figura con il fratello Baldo tra i savi dello Studio. Nel 1398 è provato il suo insegnamento nel patrio Ateneo da delibere comunali che, tra l'altro, prima lo costringono alla residenza, poi gli concedono deroghe all'obbligo. Morì quasi certamente a Perugia nel 1407 e fu sepolto nella tomba di famiglia a San Francesco al Prato.