Nato a Caboccolino di Sassoferrato nel 1407 da un'umile famiglia, fu affidato agli Eremitani della città natale dove cominciò la sua formazione. Nel 1418 intraprese il noviziato nel convento perugino di S. Agostino. Qui iniziò gli studi della dialettica e della logica, per poi intraprendere, tra il 1423 e il 1426, quelli della filosofia e della teologia a Rimini e a Bologna seguendo le lezioni di Gerardo da Rimini. Furono anni di fervidi studi come afferma lui stesso nel Sermone di Monte Oliveto, l'unico scritto della sua produzione letteraria pervenuto. Conseguito il titolo di lector nello Studio felsineo, fu assegnato nell'ottobre del 1433 al convento perugino di Sant'Agostino. Nel 1438 diviene magister concludendo il suo cursus honorum accademico (
Monetti, 2013). Iniziò così la sua duplice attività di studioso e docente da una parte, e di incaricato di governo dell'Ordine dall'altra. Recenti studi sulla documentazione romana hanno fatto risalire la sua prima lettura allo Studium Perusinum nel 1434-1435, poi continuata anche nell'anno accademico 1436-1437 (
Sini-Zucchini 2014). Certo è anche il suo insegnamento per i bienni 1437-1439 e 1443-1445 (
Zucchini 2008). Tra il 1439 e il 1442, infatti, era stato nominato Priore della Marca Anconitana e per pochi mesi Procuratore Generale per volontà di papa Eugenio IV (
Monetti 2013). Docente di teologia nello Studio dell'ordine e di filosofia in quello generale della città umbra fino al 1459, fu precettore di Ambrogio Massari da Cori (
Caby 2014), e probabilmente ebbe anche come suo allievo quel Giannantonio Campano che sarà suo collaboratore negli ultimi anni di vita e suo biografo. La sua presenza costante a Perugia risulta anche in una delibera del 27 ottobre 1446, nella quale viene nominato membro della commissione che dovrà occuparsi del rifacimento del muro della chiesa di S. Agostino e della gestione dei fondi stanziati due anni prima dai priori in carica. Riceve l'incarico insieme con due mercanti di porta S. Angelo e in sostituzione dei due cittadini precedentemente nominati, dei quali uno è defunto e l'altro ha rinunciato (Consigli e Riformanze). Nel 1456 fu eletto vicario generale dell'ordine dal priore Giuliano da Salemi, a cui succedette il 12 maggio 1459. L'anno prima si era recato per volere di papa Piccolomini da Francesco Sforza per convincerlo a partecipare alla crociata contro i turchi. Restò al vertice degli Eremitani, però, solo per pochi mesi visto che il 5 marzo 1460 proprio papa Pio II, lo nominò cardinale presbitero col titolo di S. Susanna. Nelle vesti di cardinale fu inviato come legato a Siena, Perugia e nelle Marche facendo anche opera di pacificazione (
Monetti 2013). Morì a Tivoli nell'agosto del 1463 e fu sepolto nella chiesa eremitana di S. Agostino di Roma dopo che l'orazione funebre fu letta dal Campano, all'epoca vescovo di Crotone. In
Ermini (1971): p. 620.