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Buonguglielmi, Sallustio (Bonguglielmi Sallustio, de' Guglielmi Sallustio, Sallusti Sallustio, Sallustio da Perugia), in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 15 (1972), pp. 237-241., di Paolo Mari (1972)

Scheda biobibliografica del giurista perugino Sallustio Buonguglielmi.Poco dopo la nascita avvenuta attorno al 1373 si trasferì con tutta la famiglia a Firenze in quanto il padre Guglielmo di Cellolo , illustre giurista e docente dello Studio patrio, nonchè genero di Bartolo, essendo uomo politico di parte ghibellina fu bandito da Perugia. Secondo Ermini, Sallustio già leggeva presso l’Università perugina nel 1390 nonostante non fosse ancora laureato visto che sembrerebbe addottorarsi nel 1395 sempre nell’Ateneo patrio. A Perugia ebbe una notevole attività politica adempiendo a diversi incarichi come: inviato a Roma insieme con quattro notabili, per offrire al papa Innocenzo VII e alla sua corte ospitalità in Perugia in seguito alla rivolta scoppiata in quell'anno a Roma (1405); fu di nuovo a Roma ambasciatore presso il papa (1406); inviato a Todi per riaffermare l'appoggio di Perugia al governo popolare contro le pretese signorili dei Catalani; si recò a Rimini, in rappresentanza della città di Perugia in occasione di un matrimonio nella famiglia di Carlo Malatesta (1411); ancora a Roma ambasciatore presso il papa (1411); tornò alla corte dei Malatesta e fu inviato anche a Napoli da re Ladislao (1412). Eletto fra i membri dell'arbitrio, magistratura che aveva il compito di indagare su tutti coloro che avessero ottenuto la cittadinanza perugina negli ultimi dieci anni (1412-1414), divenne uomo di fiducia di Ladislao mettendo in luce le sue tendenze antipapali ereditate dal padre. Tendenze che lo portarono ad appoggiare la presa di Perugia da parte di Braccio da Montone che a titolo personale nell’autunno del 1416lo inviò, insieme con Bindaccio dei Ricasoli, ad Urbino, per trattare la liberazione di Carlo e Galeotto Malatesta imprigionati da Guidantonio da Montefeltro. Fu questa una delle sue ultime missioni “perugine” visto che quando Braccio si accordò con papa Martino V, fu bandito dalla città (1420). Dopo un primo esilio a Siena, dove probabilmente lesse l’Inforziato, nel 1423 si trasferì a Bologna. Qui portò avanti l’attività forense e forse la docenza. Tornato a Siena, nel 1431 si recò a Firenze dove si stabilì avvalendosi di un vecchio privilegio concesso al padre nel 1376. Qui appare limitata la sua attività universitaria. Si ricorda che fu membro, il 20 aprile 1444, della commissione che addottorò in diritto civile e canonico "Jacobum domini Ugolini de Farneto" e precedentemente nel 1440 fu membro della commissione che approvò l'immatricolazione di due nuovi dottori: Rolando de' Bonarli di Firenze e Benedetto di Pauluzzo dei Barzi di Perugia. Intensa fu, invece, la sua attività di consulente e di giudice e notevole anche quella alla corporazione dei giudici e notai . Fra il 1437 e il 1454 fu per sei volte consigliere dei consoli della corporazione e nel 1454, 1456, 1459, console egli stesso. Ricco e con molte proprietà urbane ed extra urbane in suo possesso, si ritirò e nel 1461 morì. Sepolto in Santa Croce, ha lasciato una notevole produzione di consilia che vengono puntualmente elencati nella scheda.

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Bartolus de Saxoferrato
  2. Benedictus Paulutii de Barsis de Perusio, porte Solis
  3. Guilielmus Celloli Gilimutii de Perusio, porte Heburnee
  4. Salustius domini Guilielmi de Perusio, porte Solis