E’ noto come dopo la guerra del sale del 1540 e la sua definitiva incorporazione nello Stato pontificio, Perugia perse gran parte del suo peso politico. Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento un gruppo di intellettuali perugini tentò di rilanciare le sorti della città. Fra questi spicca la figura del letterato Marcantonio Bonciari, professore allo Studio perugino dove fu docente, tra gli altri, di diversi studenti ultramontani come il fiammingo Jan Heckius e il tedesco Mark Welser (p. 123). Del Bonciari, soprattutto, sono evidenziati i rapporti con Maffeo Barberini, il futuro Urbano VIII, e in particolare è riprodotta una lettera (incipit dell’articolo), conservata nella Biblioteca Comunale Augusta, che il latinista perugino inviò nel 1604 a Francesco Bracciolini, segretario del Barberini. Nucleo del contributo è la ricostruzione delle vicende che portarono all’esecuzione di una serie di ritratti degli uomini illustri di Perugia nella Biblioteca Augusta. Il progetto, ispirato nel 1623 da tre «barberiniani» come Girolamo Tezi, allievo del Bonciari, Ludovico Aureli e Giovan Tommaso Giglioli, docente di filosofia all’Ateneo, si concretizzò solo nel 1676 grazie ad un altro docente dello Studio, Giulio Cesare Barigiani, che individuò nel secolare legame tra la città e la sua Università/,/ la difficile scelta dei personaggi da ritrarre. Fallito il tentativo di acquisire i 60 ritratti di perugini della collezione romana di Luzio Saracini (fratello di Carlo laureato a Perugia nel 1636), fu affidato a Giuseppe Scacioppa l’incarico di effettuare il ciclo rifacendosi alla medesima collezione. Tra i 64 ritratti risultano gli accademici: Bartolo da Sassoferrato, Baldo degli Ubaldi, Napoleone Comitoli, Fabio Torretti, Sforza Oddi, Giulio Oradini oltre, tra gli altri, a Mattiolo Mattioli, Francesco Maturanzio, Cristoforo Sassi, Giovan Battista Lauri e gli stessi Bonciari e Giglioli (pp. 136-138).