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Fabio Danzetta da Perugia

Studente perugino laureato in legge nell'Università patria nel 1789 (Minciotti 1973), Fabio di Nicola Danzetta partecipò ai moti giacobini e per questo fu arrestato nel 1796 e imprigionato per quattro mesi. Con l'arrivo a Perugia dei francesi fu nominato tra i "municipalisti" incaricati di reggere la città. Chiamato a Roma per partecipare ai lavori dell'Assemblea, mantenne un profilo moderato e fece da mediatore tra i nuovi gruppi di potere e gli amici aristocratici. Per questo quando decise di tornare in una Perugia non più giacobina, rimase sorpreso d’essere arrestato. Graziato e nuovamente fermato nel novembre 1800, trascorse la prigionia a Roma in preda ad una profonda crisi personale. Iniziato un lungo esilio che lo portò a stabilirsi a Milano dove rimase fino al 1808 quando, con l’avanzata napoleonica, tornò a Roma. Nel dicembre 1809 fu inviato a Spoleto come consigliere di prefettura. Fece un breve soggiorno a Perugia dove fondò una scuola di massoneria , rinnegata con il crollo del regime. Dopo aver intrapreso un viaggio in Francia,Inghilterra, Olanda e Svizzera, riportando le sue osservazioni in due taccuini di scarso interesse (1816), l'anno successivo, Fortemente disilluso, ritornò a Perugia dove sposò la giovane Tommasa Oddi Baglioni che, oltre a portare in dote una cospicua somma, gli garantì la successione della famiglia. Per non aver aderito ai moti del 1831, venne nominato da Gregorio XVI barone coronando, paradossalmente mediante quell’autorità pontificia combattuta in gioventù, la sua ascesa sociale. Morì a Perugia nel 1837 (Minciotti 1986).

Lauree
Discipline Anno / data Note
Diritto civile o canonico (non specificato) 1789 Minciotti (1973).