Grazie alla ricca documentazione conservata nell’Archivio di Stato di Perugia e nell’Archivio Diocesano del medesimo capoluogo umbro, tratteggia il contesto perugino compreso tra l’agosto 1799 e il luglio 1800, ossia la transizione tra la fine dell’esperienza repubblicana giacobina in città e la prima restaurazione pontificia guidata e controllata dagli austriaci. Nella sequenza degli eventi figurano come protagonisti diversi professori dell’Università perugina. In particolare ebbero un ruolo fondamentale nella nascente Deputazione provvisoria per il governo della città Carlo Negroni, Luigi Canali, Benedetto Bernardi, Cesare Meniconi che, assieme ai citati Filippo Friggeri e Alessando Vermiglioli, rappresentavano pienamente la parte filo papalina. Tra coloro, invece, che avevano sostenuto convintamente la repubblica giacobina e che furono arrestati con l’arrivo degli austriaci a Perugia, risultano Fabio Danzetta, studente allo Studio patrio, e soprattutto Annibale Mariotti, dottore dell’Ateneo e mente illuminata della città. Arrestato il 23 agosto 1799 fu trasferito nel carcere d’Arezzo dove rimase fino al 9 gennaio 1800 quando, riportato a Perugia, trascorse gli ultimi mesi di vita (morì il 10 giugno 1801) alternando periodi di detenzione in carcere con quelli nel suo casino di campagna al Pantano (p. 169). Viene illustrato, inoltre, il piano provvisorio per la riapertura dell’Università cittadina, curato dalla reggenza e presentato al vescovo il 21 ottobre 1799, con il quale venivano cancellati tutte le innovazioni introdotte dagli ‘Stabilimenti per la provvisoria riforma dell’Università di Perugia’ redatte nel marzo dello stesso anno dal governo repubblicano (pp. 173-174).