Ricostruisce origini e successive vicende che portarono all'istituzione benedettina di San Pietro in Perugia, evidenziando i diversi rapporti che si vennero a creare con lo Studium Perusinum. E' ricordato, così, il breve del 30 agosto 1321 con il quale papa Giovanni XXII ordinava che tutti i chierici si recassero a studiare in quell'Ateneo a cui il 18 febbraio dello stesso anno aveva concesso il privilegio di addottorare anche in arti e medicina (pp. 412-413). Successivamente sono citati diversi monaci molto valenti che lessero all'Università perugina come i canonisti Federico Petrucci da Siena, Simone da Vicenza, Arnaldo da Siena e Arcidiacono Ispano. Fra gli studenti, invece, sono nominati Paolo di Fonte Avellana, Michele della diocesi di Avignone, Nicola da Bologna, Biagio da Terni ed altri (pp. 448-450). Si citano, inoltre, tra i parenti di Ugolino Vibi, abate del monastero di San Pietro, Raniero di Andreuccio ,legum doctor nel 1310 allo Studio e, tra gli altri, Andrea di Raniero, dottore all'Università nel 1342 (p. 451). E' riportata, infine, la promessa fatta dai Priori perugini nel 1322 a Oberto da Cremona che nessuno concorrà , eccetto Leonardo da Roma, con lui ad una condotta alla lettura ordinaria di civile allo Studium (p. 457).