Evidenzia l'importanza del pensiero di Bartolo da Sassoferrato, esimio giurista ed illustre dottore dello Studium Perusinum, per lo spirito democratico che contraddistingueva le istituzioni perugine trecentesche (pp. 239-242). Per sottolineare lo spirito illuminato dei perugini. Inoltre, rimarca la fondazione e l'incremento che seppero dare al loro Ateneo che, uno dei suoi più celebri laureati, Alberico Gentili, all'inizio del Seicento pose assieme a Bologna e Padova tra i più importanti della Penisola, chiamandoli "tria lumina orbis terrae" (p. 250). Un'importanza, come riporta l'a., ribadita anche istituzionalmente, visto che prima del Podestà, del Capitano del Popolo e delle Arti veniva "dominus rector scolarium et Universitatis et doctores Studii Perusinis cum Universitate scolarium dicti Studii" (p. 251). Fa riferimento, infine, all'ambasceria perugina che si recò a Pisa per ottenere dall'imperatore Carlo IV benefici per lo Studio patrio (p. 252), e a quella a cui partecipò il celebre giurista e lettore nell'Ateneo perugino Baldo degli Ubaldi, presso il papa Urbano V (p. 291).