Profilo biobibliografico di Onofrio di Bartolino di Clementolo Bartolini, tipico giurista medievale fortemente inserito nella vita pubblica cittadina. Nato a Perugia da famiglia agiata attorno al 1350, è molto probabile che si formò nello Studio patrio dove, laureato in entrambi i diritti, figura leggere l’Inforziato già nell’anno accademico 1382-1383 con un salario di 40 fiorini, accresciuto a 75 nell’anno 1391-1392. Nel 1399-1400 risulta leggere il Codice e il Digesto vecchio di mattina per 200 fiorini, stipendio che manterrà fino al 1406-1407. Nel frattempo nel 1397 e nel 1399, assieme a Pietro degli Ubaldi e Matteo Feliciani, fu incaricato dai docenti dell’Ateneo di concludere certe convenzioni, riguardanti gli stipendi, tra gli stessi professori e il Comune. Passato ad insegnare a Siena, acquisendo la cittadinanza della città toscana il 3 agosto 1409, è probabile che proseguì l’attività accademica fino alla morte. Sono ricostruite le vicende che lo portarono ad assumere molti incarichi pubblici in patria, per i quali gli furono concesse diverse esenzioni dagli obblighi accademici e ferie giudiziarie. Nel 1377 fu fra i sei capitani di parte guelfa, carica che ricoprì anche nel 1390. Giudice ‘super comuni dividundo’ nel 1381 e poi nel 1389 e 1390,nel 1384 fu tra i 50 ‘sapientes super deliberatione occurrentium circa conservationern status’, e nello stesso anno tra i Cinque sopra la guerra contro Assisi. Negli anni successivi fu nominato in diverse ambascerie, come quella del 1387 a Lucca presso Urbano VI per chiedere garanzie sull’autonomia di Perugia e quella del 1389 presso Gian Galeazzo Visconti, per discutere i termini della formazione di una lega per contrastare l’imperversare delle compagnie di ventura in Italia centrale e settentrionale. Il 22 luglio 1394 fu uno dei due avvocati eletti per la causa tra il Comune e Angelo degli Ubaldi, ma in particolare fu forte la sua presenza nelle varie ambascerie che portarono Perugia dapprima sotto Milano e poi sotto Ladislao Durazzo sul finire del XIV secolo e l’inizio del XV. Morì tra il 1415 e il 1416 (l’ultimo testamento è datato 1412), lasciando otto figli e una numerosa mole di consilia, successivamente stampati nel Cinquecento e i cui manoscritti sono conservati alla Biblioteca Augusta di Perugia, alla Marucelliana di Firenze, alla Vaticana, alla Oliveriana di Pesaro e alla Classense di Ravenna. Paolo di Castro, suo collega a Siena, accenna ad un parere composto da Onofrio assieme a Pietro d’Ancarano e Antonio da Budrio.