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Cartari, Giulivo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 20 (1977), pp. 792-793., di Aldo Mazzacane (1977)

Nasce ad ORVIETO NEL 1559 da Flaminio e Virginia Polidori. Addottoratosi a Perugia nel 1592, si occupa dello studio forense romano avviato dal padre e si inserisce nelle nuove prospettive apertesi alla fine del XVI secolo per la figura del giurista, ossia quella della strada degli uffici all’interno dello Stato pontificio. Divenne così uditore generale di monsignor Ratta, governatore di Campagna ottenendo alcuni incarichi straordinari come quello conferitogli durante la carestia dal vescovo di Ferentino e quello di commissario in una causa del Comune di Alatri. Giovandosi, inoltre, delle ottime relazioni che lo studio professionale, del quale prese presto la direzione, aveva saputo creare, Giulivo iniziò ad avere importanti e prestigiosi incarichi. Nel 1592 divenne luogotenente di Maffeo Barberini, governatore di Fano, e successivamente luogotenente del governatore d’Ascoli. Nel 1595 accettò l'ufficio di vicario criminale del cardinale Borromeo a Milano, dove rimase fino al giugno del 1602. Ottenuto lo stato di chierico, dovette tornare a Orvieto dove, dopo la morte del fratello Papirio (1604), la sua presenza era necessaria per curare i beni di famiglia. Nel 1608 diviene uditore del Torrione a Bologna, sotto la legazione del cardinale Barberini, e successivamente nel 1615 prefetto di Norcia fino al gennaio 1620. Governatore a Faenza, viene eletto luogo tenente criminale generale. Nel 1623 il papa però l'inviò di nuovo a Bologna come uditore del Torrione, ma l'elevazione alla tiara del suo antico protettore, Maffeo Barberini, lo richiamò a Roma come fiscale generale della Camera già alla fine dello stesso anno. La nuova e vantaggiosa nomina lo portò ad avere una posizione professionale ed economica solida e prestigiosa, testimoniata dalla nuova dimora sul Campidoglio. Nuovamente giudice criminale a Ferrara e uditore del Torrione a Bologna, all’inizio del 1629 raggiunse l’ambito titolo di senatore. Morì a Roma nel 1633 e fu sepolto in Aracoeli dopo solenni funerali. Alcune sue opere furono pubblicate postume dal figlio Carlo.

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Flaminius Cartharius de Urbeveteris
  2. Iulius Flaminii Cartharius de Urbeveteris
  3. Papirius Cartharius Urbevetanus