Nel trattare il tema del complicato rapporto arbiter e arbitrator, riprende diverse riflessioni di docenti che insegnarono nel trecentesco Studium Perusinum, come Bartolo da Sassoferrato e Baldo degli Ubaldi. In particolare, fa riferimento agli ultimi trattati di Bartolo del 1357 e di Baldo del 1400 nei quali la contrapposizione sull’argomento fra i due è evidente. Se per Bartolo arbiter e arbitrator erano incompatibili, per Baldo entrambi sono chiamati a risolvere le liti, ma mentre il primo è eletto per conoscerle e chiuderle con una sentenza, il secondo deve transigere fra le parti e indurle a trovare un accordo (pp. 654-657, 660, 664-666)