Avvocato perugino d’idee repubblicane e e democratiche, nacque il 2 dicembre 1775 e iniziò gli studi di diritto nell’Università patria, per poi laurearsi a Roma in utroque iure. La sua vena poetica lo fece entrare in contatto con il Foscolo e fu accolto in Arcadia con il nome di Nidalmo Tiseo. Tornato a Perugia nel 1790 si fece promotore della colonia romana dell’Accademia dei Forti, attorno alla quale si riunirono molte personalità perugine che auspicavano un rinnovamento politico, come i docenti universitari Mariotti e Brizi. Trasferitosi a Roma e legatosi sempre più con gli ambienti francesi, divenne capo del partito repubblicano partecipando con alterne fortune alle vicende della Repubblica Romana e avendo un ruolo importante per la “liberazione” di Perugia e dell’Umbria. Seguì le truppe francesi in Provenza, per poi stabilirsi a Pesaro dove riprese ad esercitare l’avvocatura. Ritornato a Roma nel 1806, sei anni dopo fu costretto alla fuga in quanto pare essere fra gli organizzatori di un vasto complotto italo-francese. Ritiratosi definitivamente a vita privata a Perugia, dove morì povero attorno al 1830, offrì una raccolta di poesie all’imperatore Francesco I durante la visita che questo fece in città nel 1819. Due anni dopo pubblicò a Perugia il ‘Prospetto fisico-chimico lucografico’, un trattato sulle condizioni del suolo e dei boschi nella loro relazione con la salute pubblica.