Nel tentativo di tratteggiare il quadro culturale e letterario in Umbria nel Settecento, l’autore sottolinea il ruolo avuto dallo Studio perugino dove continuarono ad affluire studenti da ogni parte della Penisola e non solo, e dove nel 1759 fu istituito il gabinetto di fisica presso il quale insegnarono personalità come Alessandro Pascoli, Ludovico degli Oddi, Francesco Meniconi, Alessandro Bracceschi, Severo del Moro, Filippo Belforti, Vincenzo de’ Rossi, Annibale Mariotti e Luigi Canali. Oltre a tali professori sono fornite alcune informazioni biografiche di altri personaggi che frequentarono l’Ateneo nel XVIII secolo, come Vincenzo Cavallucci, ricordato come fondatore dell’Accademia dei fisiocratici, Giacinto Vincioli, studioso e insegnante di diritto allo Studio, Giovanni Angelo Guidarelli, maestro di Alessandro Pascoli e dello stesso Vincioli, nonché lettore di filosofia ed eloquenza all’Università e Giovan Battista Vermiglioli, archeologo e professore nel patrio Studio. Tra gli studenti sono citati il letterato perugino Leone Pascoli, fratello di Alessandro e l’etruscologo Giovan Battista Passeri. In appendice diverse lettere ricevute e inviate dall’erudito Annibale Mariotti.