Ricostruisce il profilo biobibliografico del giurista senese Federico Petrucci. Discendente da una famiglia di mercanti e banchieri, nacque, probabilmente, sul finire del Duecento da Petruccio di Cambio e Panchina. Laureato in diritto canonico allo Studio di Bologna, avendo come maestro Giovanni d'Andrea tra il 1311 e il 1317, certamente insegnò nello Studio patrio dal 1321 al 1330. Tra i suoi colleghi spiccano Cino da Pistoia, Andrea Ciaffi e Paolo Liazari che, come lui, insegnarono allo Studium Perusinum. Dopo il probabile insegnamento tra il 1331 e il 1332 a Padova o a Verona, il senese fu chiamato a Perugia nel 1333. Qui trascorse il periodo più luminoso della sua carriera accademica avendo fra i suoi allievi il celebre Baldo. Restò nell'Ateneo umbro fino al 1343 e successivamente, secondo due suppliche che inviò a papa Clemente VI, entrò nell'ordine benedettino. Tra il 1344 e il 1345 figura risiedere nella curia papale e dopo il 1347 non compare più in nessuna fonte, facendo ipotizzare la sua morte durante la peste del 1348. Pur non ingente la sua produzione letteraria fu destinata ad avere una forte diffusione, in particolare sono stati successivamente stampati consilia, quaestiones e un trattato sulle permute dei benefici ecclesiastici scritto tra il 1338 e il 1342.