Gli statuti medievali furono oggetto di interesse in epoca moderna, sia a livello normativo, giurisprudenziale che dottrinale, tanto da dar vita ad un vero e proprio genere di letteratura giuridica. In particolare, la pratica del commento allo statuto cittadino si diffuse notevolmente tra il XVI e il XVIII secolo; pratica che si avvaleva di pareri di illustri dottori di giurisprudenza del passato, come Baldo e Bartolo, che fecero la fortuna del trecentesco Ateneo perugino.