Come in molte altre città universitarie della Penisola anche a Perugia, tra il XIV e il XV secolo, si crearono collegi studenteschi dove ospitare studenti forestieri intenzionati ad intraprendere l'iter formativo allo Studium. A tale scopo, grazie all'opera di Benedetto Guidalotti, nel 1425 sorse il Collegio della Sapienza Nuova. L'a., attraverso un'accurata ricerca documentaria (soprattutto nell'Archivio Storico dell'Università di Perugia), ricostruisce ed illustra le vicende primarie che caratterizzarono la vita dell'istituto, soffermandosi sulla "polemica" scatenata da un Memoriale del 1784 in cui si auspicava la trasformazione della 'Sapienza Nuova' da collegio per l'ospitalità dei giovani forestieri a struttura di accoglienza per i "rampolli" delle nobili famiglie perugine. Mediante una puntuale analisi l'a. delinea tutte le fasi della vicenda, fino a giungere al 1829, quando con l'emanazione della nuova costituzione si ufficializzò l'apertura del Collegio Pio, erede della Sapienza Nuova. Il nuovo statuto,infatti, sancì la vittoria della "visione classista", permettendo l'ingresso al collegio solo "ai figli di genitori nobili e di cittadini che non esercitano o non abbiano esercitato una professione corrispondente al loro grado". In tal modo si chiudeva una questione che interessò diverse personalità del mondo intellettuale di Perugia come il professor Annibale Mariotti, estrenuo difensore di una istruzione libera da rivendicazioni elitarie ed esclusivamente perugine.