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Il libro universitario e le biblioteche degli Studi nel medioevo e nell'età moderna, "Storia delle Università in Italia", a cura di Gian Paolo Brizzi, Piero del Negro, Andrea Romano, Messina, Sicania, 2007, 3 voll., II, pp. 389-435., di Antonello Mattone, Tiziana Olivari (2007)

Per far fronte alla sempre più numerosa richiesta di libri di testo e per vigilare sulla loro effettiva correttezza e autenticità, in diverse Università si elaborò nel XIII secolo un nuovo sistema di moltiplicazione dei libri, detto sistema della pecia. L'a. nel descriverne il funzionamento e lo sviluppo, ricorda che gli studenti poveri preferivano tenersi alla larga dalla "dispendiosa industria delle peciae universitarie" copiando da soli il testo. A tal proposito cita Rodolfo da Reggio, studente di diritto civile a Padova, che nel 1357 trascrisse "pecia dopo pecia" la 'Lectura Codicis' di Cino da Pistoia, lettore più volte allo Studio perugino. E' ricordato, invece, che il conte Giacomo Valperga, studente anch'egli a Padova ma nel 1432, acquistò dai peciari diversi codici giuridici tra i quali due lecturae di Bartolo da Sassoferrato, del quale l'a. riprende un aneddoto riportato dal Kantorowicz (pp. 399, 405). Nel ricordare che inizialmente le lezioni universitarie venivano tenute "con la cattedra collocata al centro dell'aula fra due o più file di banchi" per permettere agli studenti che non avevano i testi di leggere in quello del maestro, l'a. riporta come testimonianza di ciò il bassorilievo del monumento funebre di Cino. Si fa riferimento, infine, anche ad Angelo degli Ubaldi del quale cita, tra l'altro, un singolare episodio accaduto in una lezione tenuta a Bologna nella condotta del 1393-1394 (p. 392).

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Angelus magistri Francisci de Perusio
  2. Bartolus de Saxoferrato
  3. Cinus de Sinibuldis de Pistoia