Sostenitori della pratica sul diritto romano comune, i 'prammatici', tra cui vengono menzionati Filippo Decio e Mariano e Bartolomeo Sozzini, si opposero nel Cinquecento al cosiddetto 'bartolismo trecentesco'. L'a., nell'evidenziare le differenze fra le due correnti, sul problema dello 'ius commune', riporta la lode di Baldo degli Ubaldi, da cui si deduce che Bartolo da Sassoferrato, suo maestro allo Studium di Perugia, fu l'iniziatore di una precisa tendenza detta, non a caso, 'bartolismo'. Con il giurista sassoferratese, infatti, venne definito il significato e l'attualità del Corpus iuris, applicando all'esame dei testi il metodo scolastico-dialettico, interpretando i contenuti in modo da adattarli alle necessità dei diversi popoli e preferendo al testo la glossa, il commento o la communis opinio. (cfr. "Quaderni per la storia dell'Università di Padova", 12 (1979, ma 1980), p. 201.)