Ricostruisce le vicende biografiche del liberale tifernate Filottete di Lodovico Corbucci (1825-1913). Studente di giurisprudenza a Perugia, tornato a Città di Castello promosse un proclama contrario al monopolio dei gesuiti nel campo della pubblica istruzione (problema affrontato anche in chiave economica visto ivasti, possedimenti della Compagnia in città). Il 6 gennaio 1849, assieme al padre, fondò il Circolo popolare di Città di Castello che, seppur nella sua breve vita vista la caduta della Repubblica romana, divenne un punto di riferimento importante nel mondo liberale umbro. Compromesso, con il ritorno del governo pontificio venne arrestato ma non subito in quanto, potendo contare sull’appoggio del cancelliere dell’Università Gioacchino Pecci, fu lasciato libero affinchè si potesse laureare. Detenuto a Umbertide per 5 mesi (era stato arrestato il 24 agosto 1850), venne assolto e si dedicò alla famiglia e all’attività professionale che esercitò a Perugia. Non ci sono evidenze su un suo eventuale ruolo nelle vicende risorgimentali successive, ma risulta tuttavia pedinato nel corso dei fatti perugini del 1859. Con l’avvento del Regno d’Italia iniziò una brillante carriera legale: giusdicente alla Fratta, dove fondò la Società di mutuo soccorso; sostituto procuratore del re a Spoleto, dove divenne uno dei più attivi capi del partito moderato. Nel 1873 fu trasferito al tribunale di Fermo e quindi, nel 1877, a Camerino, come procuratore del re. Dopo una breve esperienza a Frosinone, fu inviato a Civitavecchia, città nella quale rimase tra il 1878 e il 1882, continuando nell'impegno a favore delle classi meno abbienti. Nominato Presidente del tribunale d’Urbino, fu promosso consigliere d'appello alla corte dell’Aquila, dove restò per quattordici anni, divenendo Presidente di Corte d'assise. Infine, fu trasferito alla Corte d’Appello di Roma dove rimase fino al 1900.