Inquadrando Monte del Lago di Magione come uno dei fortilizi voluti da Perugia nei primi secoli del medioevo nelle sue aree di frontiera com’era diventato il lago Trasimeno a causa della minaccia longobarda, ricostruisce le vicende storiche, economiche, demografiche e sociali di tale località nel corso del medioevo grazie allo studio di diversa bibliografia e di documenti conservati nell’Archivio di Stato di Perugia. Per evidenziare le attenzioni prestate a Monte del Lago dai suoi abitanti e dal Comune di Perugia nel corso del XV secolo riporta quanto scritto dall’umanista e docente allo Studium Perusinum, Giannantonio Campano, a metà del Quattrocento nel suo ‘Trasimeni descriptio seu de felicitate Trasimeni’ (p. 22). Del resto che il Comune perugino tenesse in grande considerazione questo territorio è testimoniato dal ffatto che era uno dei pochi castelli a cui Perugia assegnò a proprie spese un castellano, ruolo spesso affidato a membri delle casate della nobiltà perugina. Ciò doveva essere molto importante visto che nel 1516 il Comune sollecitò Francesco Maturanzio, umanista e insegnante dell’Ateneo umbro, affinchè promuovesse un’istanza presso Leone X per riconcedere a Perugia la possibilità di poter rinominare i custodi su alcune rocche, tra cui Monte del Lago, prerogativa tolta alla città nel 1512 da Giulio II (pp. 28-29).