Nato a Roma nel 1589, Domenico di Domizio Cecchini si laureò in diritto a Perugia nel 1604. Tornato a Roma entrò in Curia e potendo contare su importanti appoggi, soprattutto quelli del futuro pontefice Ludovisi, cominciò una brillante carriera ecclesiastica. Salito al soglio pontificio con il nome di Gregorio XV, il Ludovisi associò Domenico agli avvocati concistoriali, lo nominò cameriere segreto, uditore del cardinal camerlengo, Ludoviso Ludovisi, canonico della basilica di S. Pietro. Nel 1627 fu anche rettore dell'ateneo romano. Superato un periodo in cui subì aspri rimproveri sia dal Ludovisi che dal nuovo pontefice Urbano VIII, seppe risollevarsi riuscendo a guadagnarsi le simpatie dei Barberini. Riuscì anche ad acquistarsi una certa popolarità presso il popolo romano grazie al suo intervento in favore della soppressione della gabella sul vino. Nel 1643 fu nominato consultore del S. Uffizio e nel luglio dello stesso anno uditore di Rota. Morto Urbano VIII gli successe un altro protettore del Cecchini, ossia il cardinale Panfili che, con il nome di Innocenzo X, lo creò datario e il 14 novembre cardinale in pectore. La pubblicazione dell'elevazione a cardinale del titolo di S. Sisto avvenne il 6 marzo 1645. Entrato in conflitto con la famiglia del papa, morì nel 1656 e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Trastevere.