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Baglioni, Camillo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 5 (1963)., di Gaspare De Caro (1963)

Appartenente alla casata perugina dei Baglioni, Camillo di Alberto di Mariotto, fu uno dei pochi esponenti della famiglia a non intraprendere la carriera militare. Nato a Perugia alla metà del XV secolo, si addottorò in civile e canonico allo Studio patrio, dove successivamente cominciò ad insegnare. Entrato a far parte del collegio dei giureconsulti, fu ben visto da Roma per il suo sostegno alle posizioni filopapali sul governo di Perugia, rispetto al ramo principale della famiglia. Inviato nel 1503 assieme a Pietro Giacomo della Staffa presso Alessandro VI per confermare la devozione della città al papa e per chiedere la protezione del Valentino contro Giampaolo Baglioni, si vide aumentare dal pontefice lo stipendio annuo del suo insegnamento allo Studio di 100 ducati, decisione confermata anche da papa Giulio II. Tornato a Perugia, gli furono affidati diversi incarichi pubblici. Assieme a Vincenzo Ercolani, altro illustre giurista perugino e docente del patrio Ateneo, divenne nel 1508 avvocato della Camera apostolica di Perugia, carica vacante a causa della morte di Vincenzo Vibi, anch’egli lettore dell’Università perugina. Continuò ad insegnare allo Studium Perusinum certamente negli anni 1511-1512 e 1515-1517 con uno stipendio annuo di 160 fiorini d’oro. In quegli anni, però, le lotte interne alla città ritornarono ad acuirsi e così preferì allontanarsi e trasferirsi a Roma dove, forse per l’intercessione del cardinale perugino Armellini, divenne avvocato concistoriale. Nel gennaio 1518 fu nominato da Leone X uditore di Rota, carica che mantenne fino alla morte che lo colpì nell’agosto del 1534.

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Camillo Alberti dei Baglione de Perusio, porte Sancti Petri
  2. Vincentius Ugolini de Monte Vibiano de Perusio, porte Sancti Petri
  3. Vincenzio de Hercolanis de Perusio