Pubblica un inedito documento riguardante l’Archiginnasio romano, rintracciato nell’Archivio di Stato di Parma, che conferma come Paolo III (1534-1549), salito al soglio pontificio, si attivasse subito per riaprire l’Ateneo romano chiuso da Clemente VII dopo il sacco di Roma del 1527. Dopo aver ricordato come fosse noto il breve che il pontefice spedì l’11 novembre 1534 a Girolamo Accoramboni, medico eugubino e più volte lettore a Perugia, affinchè si recasse a Roma per leggere medicina presso quell’Ateneo, testimoniando come fosse forte la sua volontà di riaprire presto lo Studio, sottolinea l’importanza del ruolo rinvenuto rispetto alla conosciuta documentazione dell’epoca che aveva permesso di fissare la data di riapertura dell’Università romana attorno al 1539 (Renazzi). Il documento invece, essendo del 1535, dimostra come Paolo III ripristinasse l’insegnamento alla Sapienza già durante il suo primo anno di pontificato. Fra i 18 professori presenti nell’atto figurano due docenti che insegnarono anche allo Studium Perusinum: il civilista Restorus Perusianus con un salario di 100 scudi e il dominus spoletino Nicolaus Scaevola, lettore di retorica con uno stipendio di 120 scudi. Non risulta, invece, il citato Accoramboni.