Grazie allo studio di vari documenti rinvenuti a Città di Castello, offre un importante contributo per la biografia di Lilio (Egidio) di Bartolomeo Libelli Tifernate (Liulius Tifernatis), illustre esponente dell’umanesimo quattrocentesco. Traduttore in latino dal greco di Filone Alessandrino, Lilio si distinse soprattutto per i suoi importanti rapporti con il mondo politico e culturale dell’epoca e in particolare con la corte papale di Nicolò V e Sisto IV. Nato nel 1417 o 1418, Lilio fu nominato Cancelliere dei Priori di Città di Castello a soli 25 anni e detenne la carica per due decenni redigendo importanti decreti e leggi. Dopo aver conseguito, con un esame lampo presso lo Studio aretino, il dottorato in civile e aver ottenuto importanti incarichi a Firenze presso i Medici, nel 1470 lo Studium Perusinum lo chiamò alla cattedra di retorica e poesia con uno stipendio di 80 fiorini all’anno, aumentato da alcuni influenti cittadini perugini, di 30 “affinchè i loro figli imparino le opere umanistiche”. La condotta doveva concludersi nel settembre 1472, ma il tifernate, a causa del provincialismo trovato in città e per il salario ritenuto insoddisfacente, lasciò anticipatamente l’incarico perugino, accettando la nomina di Federico da Montefeltro a Podestà di Gubbio (aprile-settembre 1472). Entrato a far parte della corte urbinate, fu precettore dei figli di Federico e quindi anche del futuro duca Guidubaldo. Nel 1477 papa Sisto IV nominò dominus Egidius de Archibellis governatore militare della Rocca di Ceprano, dove morì nel 1486.