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“Leggere a mente senza portare scritti o carta di alcuna sorte”. La pecularietà della didattica universitaria padovana in età moderna , “Annali di storia delle Università Italiane”, 19 (2015), fasc. 1, pp. 77-101., di Piero Del Negro (2015)

Il titolo del saggio si rifà ad una frase che Paolo Beni, ex gesuita eugubino e docente allo Studium Perusinum, scrisse in un memoriale del 1620 inviato ai riformatori dell’Università di Padova, Ateneo presso il quale dal 1599 al 1623 tenne la cattedra di umanità greca e latina. Quella di Beni era una denuncia contro quei suoi colleghi che non rispettavano la direttiva delle autorità accademiche patavine del 1591 del “leggere a mente” quando insegnavano ex cathedra, preferendo invece dettare le lezioni. Sullo scontro fra l’insegnamento effettuato nello Studio pubblico patavino e quello della Compagnia di Gesù, è ricordato che nella delegazione dei professori “artisti” inviata a Venezia dal “Congresso” era presente anche Francesco Piccolomini, lettore nella seconda metà del XVI secolo anche all’Università di Perugia (pp. 77-78; 81-82 nota 20).

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Franciscus Nicolai Piccolomini de Senis
  2. Paulus Beni de Eugubio