Skip to content

Cino Sinibuldi da Pistoia (Pistoia, 1270 ca. - ivi, 24 dicembre 1336), in Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), diretto da Italo Birocchi, Ennio Cortese, Antonello Mattone, Marco Nicola Miletti, a cura di Maria Luisa Carlino, Giuseppina De Giudici, Ersilia Fabbricatore, Eloisa Mura, Martina Sammarco, con la collaborazione della Biblioteca del Senato, Bologna, Il Mulino, 2013, 2 vol., pp. 543-546., di Paola Maffei (2013)

Ricostruisce il profilo biobibliografico del giurista e poeta toscano Cino da Pistoia. Intimo amico di Dante, conoscente di Petrarca e Boccaccio e maestro di Bartolo, nacque attorno al 1270 dall'unione tra ser Francesco di Guittoncino di Sigisbuldo e Diamante di Bonaventura di Tonello. Discendente di una antica famiglia pistoiese si formò tra il 1292 e il 1301 a Bologna avendo come maestro Dino del Mugello che ricorderà in molti suoi scritti come dominus meus. Tornato a Pistoia sposò Margherita di Lanfranco degli Ughi, ma la sua appartenenza alla parte nera lo portò ad essere bandito dalla città per tre anni fino al 1306. Con la discesa in Italia dell'imperatore Arrigo VII, nel 1310, cercò di costruire una rete a favore di quest'ultimo che seguì fino al suo soggiorno a Pisa nel 1313. Morto l'imperatore Cino abbandonò la politica per dedicarsi più specificatamente agli studi giuridici. E' in questa fase in cui terminò la stesura della Lectura Codicis e si laureò allo studio felsineo il 9 dicembre 1314. Dopo la laurea, fino al 1321, si dedicò alle magistrature divenendo fra l'altro giudice collaterale del podestà a Siena e ufficiale pontificio di Macerata e Camerino. Nel 1321 iniziò la sua carriera accademica che si concentrò negli Studia di Siena, Perugia e Napoli. In particolare risulta allo Studium Perusinum nel novembre del 1326 e successivamente è certa la sua lettura nell'anno accademico 1332-1333, probabilmente di ritorno da Napoli in cui figura aver insegnato nel biennio 1330-1332. Dopo Perugia, Diversi documenti lo attestano tornato in patria. Qui, alla vigilia della morte, il 23 dicembre 1336 stilò il suo testamento nel quale nominò suo erede universale, lasciandogli anche tutti i suoi libri, il nipote Francesco, figlio di Mino morto prematuramente. Il nipote assieme alle quattro figlie di Cino fecero erigere un monumento funebre, ancor oggi esistente nella cattedrale pistoiese di San Zeno. Tra gli esponenti più importanti della corrente stilnovistica ha lasciato diverse rime, ma la parte più consistente dei suoi scritti è certamente formata da lecture, glossae, additiones, quaestiones e consilia, oggetto negli anni successivi di diverse edizioni a stampa. Tra i consilia è ricordato anche quello che Gentile da Foligno, altro illustre docente del trecentesco Studio perugino, gli chiese sul tema della durata delle gravidanze.

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Bartolus de Saxoferrato
  2. Cinus de Sinibuldis de Pistoia
  3. Gentilis de Gentilibus de Fulgineo