Skip to content

Bartolo da Sassoferrato (Venatura, presso Sassoferrato, 1313/1314 - Perugia, 1357), in Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), diretto da Italo Birocchi, Ennio Cortese, Antonello Mattone, Marco Nicola Miletti, a cura di Maria Luisa Carlino, Giuseppina De Giudici, Ersilia Fabbricatore, Eloisa Mura, Martina Sammarco, con la collaborazione della Biblioteca del Senato, Bologna, Il Mulino, 2013, 2 vol., pp. 177-180., di Susanne Lepsius (2013)

Puntuale scheda biobibliografica del celebre giurista trecentesco Bartolo da Sassoferrato che, nato da una umile famiglia contadina, acquisì così tanta fama, da essere definito lucerna e monarca iuris. Dopo aver evidenziato l'influenza che ebbe il contesto francescano nella sua formazione giovanile, contesto con il quale restò sempre in contatto nel corso della propria vita, tanto da voler essere sepolto nel convento perugino di s. Francesco al Prato (al quale lasciò la sua biblioteca), ricorda che entrò allo Studio di Perugia a soli 14 anni, seguendo i corsi di Cino da Pistoia e che proseguì la sua formazione giuridica a Bologna, dove si addottorò nel 1334 (a 21 anni, come egli afferma), avendo fra i suoi maestri altri due docenti che avevano frequentato lo Studium Perusinum, Iacopo da Belviso e Iacopo Bottrigari. Da alcune Quaestiones e Repetitiones datate, ricostruisce la sua docenza negli Studia di Pisa e Perugia (in particolare per Perugia le annate: 1343-1345, 1347, 1352-1356), anche se nell'Ateneo umbro, probabilmente, insegnò ininterrottamente dal 1343, fino alla morte avvenuta a soli 43 anni nel 1357 nella città umbra, dalla quale aveva ottenuto la cittadinanza, di cui ne fu fiero, e per la quale svolse vari servizi ed incarichi (come la partecipazione nel 1355 nell'ambasceria perugina presso l'imperatore Carlo IV a Pisa, che lo nominò suo consigliere). Lasciò quattro figlie e due figli, più una imponente mole di scritti, alcuni anche incompiuti, ma che daranno vita alla cosiddetta tradizione bartoliana che influì, per secoli, sull'insegnamento del diritto in molte Università. Celebri furono anche i trattati politici, nei quali è evidente l'appoggio al regime popolare, le molte Quaestiones e i consilia (vengono ricordati anche quelli fatti con l'amico Francesco Tigrini, altro docente dello Studio perugino), dedicati soprattutto alla materia dotale. Fra le raccolte citate, è ricordata quella in cui Tommaso Diplovataccio, attento alla paternità degli scritti, curò per i tipi di Giovanni Battista de Tortis l'edizione veneziana del 1520-21.

Fonti collegate

Personaggi citati

  1. Bartolus de Saxoferrato
  2. Cinus de Sinibuldis de Pistoia
  3. Franciscus Tigrinus de Pisis
  4. Iacobus de Buctiglaribus de Bononia
  5. Jacobus de Belviso de Bononia
  6. Thomas Diplovatatius de Corfù