Nel fornire notizie sul Collegio medico romano, analizzando soprattutto gli statuti del XVI e XVII secolo, evidenzia che anche a Roma si poteva entrare a far parte del collegio solo per le proprie capacità professionali, e non per quelle da docente. In tal senso ricorda che tra i 10 dottori nominati nella bolla di Clemente VII del 1531, 5 non insegnarono nello Studium Urbis, ma furono archiatri pontifici. Tra questi risulta anche l'eugubino Girolamo Accoramboni, lettore nell'Ateneo perugino (p. 37).