Evidenziando la crisi dell'aristotelismo alla fine del Trecento, identificata con il declino della figura e dell'opera del matematico e filosofo parmense Biagio Pelacani, l'a. mette in risalto le idee innovative nel campo della logica e della fisica che Paolo Veneto, lettore a Perugia tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo diffuse dopo averle acquisite negli Studi di Oxford e Parigi. (cfr. "Quaderni per la storia dell'Università di Padova", 13 (1980, ma 1981), pp. 227-228).