Esamina la produzione poetica dell’umanista perugino Francesco Maturanzio, più volte lettore nel patrio Ateneo tra la seconda metà del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.Quasi del tutto latina, ad eccezione dell’esordio quando in volgare descrisse in 14 ottave i ritratti dei personaggi illustri raffigurati nel palazzo di Braccio Baglioni, tale produzione abbraccia tutta la carriera di Maturanzio, risentendo dell’influenza delle sue vicende biografiche, e si basa soprattutto sull’argomento religioso, in particolare mariano, come è evidente analizzando il codice Ottoboniano contenente 237 opere. Tuttavia, in quest’ultimo sono presenti anche componimenti a personalità che ebbero un ruolo importante nella sua vita, come Niccolò Perotti, del quale fu segretario a Perugia, e Niccolò da Modrus, vescovo incaricato da Sisto IV d’effettuare una missione diplomatica nel Mediterraneo orientale e che Maturanzio conobbe durante il suo viaggio in Grecia (1474). Altri componimenti ricordati, oltre i quattro epigrammi del 1460 composti per la morte del maestro Guido Vannucci dell’Isola inviati a Matteo Baldeschi, figura anche il carme dedicato a Federico da Montefeltro presente nel codice Urbinate Lat. 373.