Nato probabilmente a Perugia nel 1447, è incerto se appartenesse alla celebre famiglia perugina dei Bontempi, in quanto nei documenti che lo ricordano è sempre citato come Sebastiano Angeli o Sebastianus Perusinus. Solo nel 1855, padre Masetti lo identificò in Sebastiano d'Angelo Bontempi, basandosi su un documento a lui noto dell'Archivio generalizio dei domenicani, ordine nel quale entrò a far parte dal 1462. Compiuti gli studi in vari connventi, nel 1475 era certamente a Perugia visto che risulta una sua richiesta ai Priori di un contributo per conseguire il grado di maestro che ricevette, il 18 novembre di questo stesso anno, dal generale dell’Ordine, Leonardo Mansueti. Poche e discontinue le notizie della sua vita a Perugia. Probabilmente, fu diverse volte Priore e si conosce un suo ciclo di prediche tenute in cattedrale nel 1500. Insegnò nello Studium Perusinum e negli Annali decemvirali del 1488 risulta che egli, professore di filosofia morale all'università, venne privato in quell'anno della cattedra, ma immediatamente reintegrato nell'insegnamento. Viene ricordato, soprattutto, per essere stato confessore della beata Colomba da Rieti venuta a Perugia nel 1488 allo scopo di fondare un convento femminile dell’Ordine della penitenza di S. Domenica. Accusato di mistificazione e profetismo, gli venne tolto l’incarico nel 1497. Continuò, seppur standone lontano, a seguir la beata scrivendone quella ‘Vita’, che resterà alla base della successiva ageografia della santa. Morì a Perugia il 5 aprile 1521. Dell’opera dedicata alla beata, è nota una prima edizione latina, che venne inserita dal Papebroeck negli Acta sanctorum, proveniente dall'Archivio domenicano di Perugia. Una traduzione volgare, ad opera dello stesso autore, è conservata nella Biblioteca Comunale di Perugia: Incomença la legenda de beata Colomba vergene suora de la penitentia de santo Domenico confessore de lordine de le frate predicatore, ms. D. 62, di ff. 87. Un'altra traduzione italiana rimaneggiata fu pubblicata a Bologna nel 1521 da Leandro degli Alberti.