Utilizzando una serie di opere manoscritte (in particolare Lancillotti e Mariotti) e diversi documenti inediti conservati, soprattutto, in vari archivi perugini, l’autore ricostruisce la biografia del letterato perugino Girolamo Tezi, fornendo notizie sulla Perugia di fine Cinquecento e di inizio Seicento e su alcuni personaggi che ne caratterizzarono la vita culturale. Dopo aver individuato la residenza Tezi in via Nova (l’attuale via Bartolo) e descritta con precisione l’ubicazione assieme a quella dei Capra (dal nome del grande giurista e lettore allo Studium Perusinum) in quanto ramificazioni del medesimo ceppo familiare, quello dei Benedetti (pp. 65-68), si sofferma (pp. 74-75)sul rapporto di Girolamo con il grande latinista perugino e suo maestro al Collegio di San Bernardo Marcantonio Bonciari (1555-1616), che ebbe tra i suoi allievi anche Giovanni Battista Lauri, professore, come il medesimo Bonciari, all’Università patria. Traendo lo spunto dalla notizia del matrimonio nel 1601 con Elena Vibi, l’autore fornisce notizie sulle origini (pp. 80-82) del casato di Monte Vibiano, tra i cui membri è citato Baglione, legum doctor (p. 76). Tra le referenze cittadine attribuitegli prima di stabilirsi a Roma (1623), è messo in luce che il Tezi appartenne all’Accademia degli Insensati della quale, oltre al maestro Bonciari, fecero parte studiosi e letterati perugini, incontrati successivamente anche durante il soggiorno romano, ossia i professori dello Studio Baldassarre Ansidei, nominato prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana (p. 98), e Girolamo Bigazzini. Tra gli altri letterati con i quali venne a contatto è ricordato Lucas Holstenius (Holste o Holsten 1596-1661), che si laureò in utroque iure a Perugia il 16 giugno 1638 (pp. 103-104).