Partendo dall'esame della questione della lingua del primo Cinquecento, illustra la posizione di personalità come Francesco Maturanzio e Giovan Battista Valentini, lettori allo Studio perugino e ben collegati agli ambienti culturali romani. (cfr. "Bollettino della Deputazione di storia patria per l'Umbria", 79 (1982), pp. 285-286).