Il volume è una raccolta di saggi e contributi su due delle famiglie baronali romane tra le più antiche, gli Orsini e i Savelli alle prese con i mutamenti della propria condizione sociale: da feudatari a uomini di corte; da signori arbitri del proprio destino a semplici comparse in mano delle corti europee. Tra i contributi presenti nell’opera quello della Stefanori prende in esame la figura del cardinale Flavio Orsini (1530-1581). In particolare di quest’ultimo, dopo averne ricostruito le vicende biografiche ricordando che si laureò a Perugia in utroque iure nel 1556, evidenzia soprattutto le sue passioni artistiche-culturali che lo portarono alla progettazione di una spettacolare vigna al Pincio e di un meraviglioso giardino a Campo Marzio dove potè dar vita a quei giochi d’acqua che tanto gli piacevano e che avevano portato l’amico e letterato genovese Umberto Foglietta a dedicargli nel 1569 un accurata descrizione in latino dei giochi d’acqua e fontana della villa d’Este a Tivoli. Viene messo in luce, inoltre, l’interesse che l’Orsini ebbe per l’archeologia, con importanti collezioni d’arte, la botanica, con una certa attenzione verso le erbe terapeutiche e forse anche per l’astrologia. Viene riportato l’elenco della sua numerosa biblioteca dove spiccano anche classici di giurisprudenza probabilmente accumulati durante gli studi perugini.