Letterato perugino, Giovan Francesco di Lorenzo Cameni nacque attorno alla fine del XV secolo. Nel 1514 sembra insegnare oratoria presso lo Studio patrio, dove risulta però certamente nel 1520 e nel 1534, anno in cui fu sostituito da Matteo Spinelli probabilmente per motivi di salute. Vicino e fedele al partito papalino, nel 1539, quando Paolo III lo nominò membro della nuova magistratura cittadina detta della libertà ecclesiastica, riprese anche l’insegnamento allo Studium dove risulta leggere anche nel 1540 e 1541. Morì tra il 1557 e il 1558 visto che Cristoforo Sassi, altro professore dell’Ateneo umbro, lo da scomparso nella sua orazione “De laudibus” del 1558. Lascia: una raccolta di liriche latine giovanili intitolata “Miradoniae libri duo continentes eglogas, epithalamium, elogias, epicoedia, epitolas, heroicum de raptu Phlenis, epigrammata, distica...” dedicata al perugino Alfano Alfani e pubblicata quando fu assunto presso il ginnasio cittadino nel 1520 (una vignetta xilografica nel frontespizio lo ritrae infatti mentre insegna circondato dagli allievi); i “Dialogorum libri quatuor in quorum primo qui Theophanes inscribitur de Deo, Trinitate praecipue agitur, mox de praedestinatione, fato et quibusdam sacris”, un progetto più maturo del precedente ma del quale fu portata a compimento solo questa prima parte d’interesse prettamente religioso e dove il Cameni si firma Cavaliere Aurato, nomina che papa Farnese gli concesse nel 1537; e “Buccolica”, raccolta di egloghe nella quale la prima rievoca in termini elogiativi l’ingresso di Paolo III a Perugia avvenuto nel 1535 e le altre si riferiscono a personaggi perugini o comunque legati alla vita cittadina per incarichi assolti in nome del pontefice.